Inizia la carriera nel mondo dello spettacolo come indossatrice, cimentandosi anche come stilista. Viene poi scelta come testimonial pubblicitario per una nota casa di collirio.
Nel 1972 debutta al cinema nel film spaghetti western, Si può fare… amigo, di Maurizio Lucidi con lo pseudonimo di Dalila Di Lamar. Seguono numerose pellicole in ruoli minori, fino al 1974 quando recita nel film, Il mostro è in tavola… barone Frankenstein, di Paul Morrissey, avendola fortemente voluta i produttori Andy Warhol e Carlo Ponti.
Dopo essere stata definitivamente lanciata da Alberto Lattuada come attrice principale nella pellicola, Oh, Serafina! (1976), anche grazie alla sua altera bellezza, Di Lazzaro verrà scelta e scritturata in seguito, essenzialmente per il ruolo di femme fatale, girando nel complesso più di trenta film e diverse fiction per la tv, divenendo così una protagonista del cinema italiano degli anni settanta, ottanta e novanta. Ha inoltre girato film anche in Francia, Svizzera e Regno Unito.
Dal 1991, in seguito alla perdita improvvisa dell’unico figlio Christian, vittima a 22 anni di un incidente stradale[1], la Di Lazzaro, fortemente provata, si allontana dalle scene cinematografiche, lavorando saltuariamente in fiction televisive.
Negli anni successivi sarà anche soggetta ad una forma di dolore fisico cronico, in seguito ad un incidente motociclistico che le ha causato la frattura dell’atlante, la prima vertebra del collo, costringendola a rimanere immobile nel letto, distesa e convalescente per lungo tempo. Questo infortunio comporterà una lunga battuta d’arresto nella sua carriera di attrice.
Nel 2006 ha pubblicato il suo primo libro-autobiografia, dal titolo Il mio cielo, seguito da, L’angelo della mia vita. Piccoli miracoli intorno a me (2008), dedicato al figlio Christian, Toccami il cuore. Amori, sentimenti e passioni della mia vita (2009), il suo secondo romanzo autobiografico, Il mio tesoro nascosto (2011) e Una donna lo sa (2014), un romanzo che tratta della condizione femminile alla luce dei recenti episodi di cronaca di violenza contro le donne. Recentemente ha pubblicato La vita è così (2017), romanzo in cui si affrontano passioni e virtù per uscire dalle crisi.
Nuovamente in veste di attrice partecipa al film L’ultima ruota del carro (2013), regia di Giovanni Veronesi, dove interpreta il ruolo di un’arricchita signora veneta, e alle fiction Rodolfo Valentino – La leggenda (2014), regia di Alessio Inturri, trasmessa su Canale 5, dove interpreta la contessa Nina Banzi, e 1992 (2015), regia di Giuseppe Gagliardi, trasmessa su La 7, dove interpreta il ruolo di Amanda.
Oltre alla scrittura e al cinema, Dalila Di Lazzaro, è impegnata anche in iniziative a scopo sociale: durante la Settimana della moda di Milano del 2011, evento organizzato da Camera Moda, è stata nominata responsabile delle cosiddette “sentinelle anti-anoressia” aventi lo scopo di monitorare le modelle e di segnalare all’assessorato alla salute di Milano i casi patologici o a rischio[2]. È inoltre sostenitrice delle adozioni da parte di genitori non sposati.