D’accordo, le canzoni d’amore sono anche le canzoni della fine di un amore.
Ma quando gli Abba suonarono per la prima volta The Winner Takes It All quella che andò in scena era la disintegrazione pubblica di un matrimonio vero, il dolore di una fine trasformato in teatro puro. La voce solista era la sua, come al solito, quella di Agnetha, le parole della canzone quelle del marito Björn, ex marito ormai, che aveva deciso, dopo averla lasciata, di farle cantare davanti a milioni di persone tutto il dolore e l’amarezza di una donna abbandonata.
Lei, più bella che mai, appena dopo aver saputo che il suo ex compagno già si vedeva con una nuova fidanzata, è lì. E canta. Perché lo show deve continuare. E quindi eccola, fasciata in una tutina di seta rossa, i capelli biondi sciolti sulle spalle, a intonare quella che sarebbe stata votata dai fan come la più bella canzone degli Abba.
The Winner Takes It All. https://www.youtube.com/watch?v=iyIOl-s7JTU Il vincitore si prende tutto e al perdente non resta che cadere, dice il testo. “Ma dimmi, lei ti bacia come ti baciavo io? Senti le stesse cose quando è lei a chiamare il tuo nome? E ancora: ero tra le tue braccia, e pensavo che lì sarei stata forte, che quello era il mio posto, ma sono stata una stupida.” Agnetha non ha mai voluto rispondere a chi le chiedeva se fosse stata dura cantare quelle strofe, limitandosi a dire che The Winner Takes It All era una delle sue canzoni preferite. Björn ha sempre detto, piuttosto seccato, che il testo raccontava solo la triste esperienza di un divorzio, non il suo in particolare.
Di certo c’è che mai un gruppo musicale cantò l’amore come gli Abba. Le vite personali di Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid («Frida») Lyngstad erano intrecciate tra loro come le date dei loro tour e i testi delle loro canzoni. Erano amici, compagni, complici, innamorati. Erano gli Abba. Nati per amore e sciolti l’11 dicembre 1982 per la fine di un amore.
Il gruppo svedese, secondo solo ai Beatles come numero di dischi venduti, si era formato per l’unione musicale di due coppie già unite nella vita: nel marzo 1969 Benny e Frida si erano incontrati a una festa a Stoccolma e si erano innamorati in poche settimane. A maggio dello stesso anno, sulla costa occidentale della Svezia toccò a Björn e Agnetha, mentre stavano girando una scena di un film per la tivù. Si sposarono nel luglio ’71. Nel ’74, con l’uscita di Waterloo, compare per la prima volta il nome ufficiale del gruppo, composto dalle iniziali dei quattro membri e «autorizzato» dalla Abba, la nota azienda ittica svedese già allora un colosso dell’industria della conservazione del pesce.
Alla fine del 1978, dopo due figli, 200 milioni di dischi ( ricordiamo che in quel periodo gli Abba fatturavano più dell’altrettanto svedesissima Volvo) e quasi dieci anni di sfolgorante carriera, Björn e Agnetha decidono di divorziare. Succederà anche a Benny e Frida, due anni dopo. Le cronache raccontano di Agnetha che lascia quella che era stata la loro casa a Stoccolma la notte di Natale del ’78, con pochi bagagli e il viso rigato dalle lacrime.
Gli Abba, fino all’11 dicembre del 1982, continuarono a comporre, a tenere concerti e a scalare le classifiche mondiali.
Tuttavia la leggerezza che celebrava l’amore in Honey Honey (“Love Machine”) o in Dancing Queen (“Ooh, see that girl, watch that scene, dig in the Dancing Queen”) era, ahinoi, irrimediabilmente perduta.